Psicologia e trading : Come tenere sotto controllo le emozioni per tradare?
Il trading è innanzi tutto psicologia
È assolutamente possibile tenere le proprie emozioni sotto controllo per tradare. Ho già detto che un buon trader deve saper mantenere la calma nell’articolo Siete tagliati per essere dei trader di successo?
Infatti, se non sapete tenere a freno le emozioni e siete alla ricerca di una dose di adrenalina, il vostro trading ne risentirà, sarete meno lucidi e al primo mini crack di borsa crollerete psicologicamente e con voi affonderà anche il vostro portafoglio. Ma controllare e incanalare nella giusta direzione le emozioni ha un prezzo; il trading non sarà più “divertente”.
Come tenere sotto controllo le emozioni per tradare?
Mi ci sono voluti 12 anni per arrivarci, per trovare un tipo di trading che non genera in me alcun sentimento estremo (questo non significa che non provo emozioni, sono pur sempre un essere umano. Ma non sono più queste emozioni, questa ricerca di adrenalina, a influenzare consapevolmente o meno il mio trading).
Per questo motivo ho scelto di praticare lo scalping: durata delle operazioni meno di 30 secondi, perdita massima € 100. Somma che non mi causa stress, poiché rappresenta soltanto lo 0,x% del mio capitale. Numero di operazioni quotidiane tra 30 e xxx, caratteristica che rende lo scalping molto ripetitivo e a tratti noioso (ma proprio per questo funziona: quando trado non provo più piacere/dispiacere, cerco di essere il più efficace possibile e, per non annoiarmi troppo, scrivo sul blog). Alla fine della giornata, verifico quante operazioni hanno generato delle perdite, ma anche in questo caso la curiosità dura poco; nel giro di pochi minuti potrebbe infatti venire il momento di una nuova operazione.
In breve, ho iniziato a guadagnare denaro in borsa quando il trading ha smesso di essere un “gioco”, quando non cercavo più l’adrenalina, quando ho compreso perché volevo investire in borsa (e non soltanto per guadagnare denaro). Oggi tradare in borsa mi annoia; ho trovato un sistema per ovviare alle mie debolezze mentali, un trading adatto alla mia struttura psicologica. Essendo ripetitivo, lo scalping non mi permette di soffermarmi sulle perdite. Inoltre i guadagni e le perdite rientrano nella mia zona di “non emozione” (€ 100).
Spesso venivo “aggredito” sui forum di borsa a causa del mio stile di trading: “Hai guadagnato solo € 10, non è niente, tu non vali niente. Io ne ho guadagnati € 1000, ecc.”. Infatti, il trading dello scalper è privo di emozioni, ripetitivo, monotono ma efficace. E questo infastidisce soprattutto coloro che tradano per provare delle emozioni, per sentirsi vivi (guadagnare è un aspetto secondario: un guadagno o una perdita susciteranno emozioni forti e opposte, ma fintanto che si provano emozioni si è vivi); non si trada semplicemente per guadagnare e condurre una vita migliore.
Se avessi continuato a praticare lo swing trading con le leve che utilizzavo in passato, sicuramente avrei provato emozioni forti e mi sarei sentito vivissimo. Ma avrei anche rinunciato al sonno e, a lungo andare, sarei impazzito. Sarei finito come tutti i giocatori d’azzardo: avrei perso tutto, mi sarei sentito vivo (provare emozioni) e avrei cercato di “rifarmi”.
In breve, per avere successo, un trader segue la massima di Socrate: “conosci te stesso”.
L’adrenalina e il trading non hanno nulla a che vedere l’una con l’altro
In tutta onestà, l’adrenalina non ha nulla a che fare con il trading; è al contrario associata alla rappresentazione personale del denaro, alla perdita, al gusto di rischiare. Perdere o guadagnare € 100 non mi cambia la vita. Accetto di perdere e guadagnare e questo non provoca in me né gioia né tristezza. Se voglio provare emozioni forti, preferisco sfidare la sorte al casinò o giocare online a poker ma responsabilmente.
Proprio per questo il trading è innanzi tutto psicologia e l’aspetto principale per un trader è lavorare su se stessi, sul proprio io, analizzare la psiche ad esempio per comprendere molte cose sulla personalità, sul denaro, sulle perdite, sul padre, gestire il super-io che emerge durante il trading.
Tutto questo vi sembrerà un po’ estremo, ma posso assicurarvi che alcune persone perdono intenzionalmente in borsa per avere un motivo per lamentarsi. Altri sono invece tristi quando guadagnano. E c’è sempre una ragione alla base di queste reazioni. Sono sempre sorpreso, anche se ne conosco il motivo, quando incontro persone che raccontano con una certa compiacenza le loro perdite in borsa, ad esempio dopo un crack. Sono felici di essere ancora lì, di essere sopravvissuti. Hanno avuto la meglio sulla morte, sono sopravvissuti, vivono ancora. Un guadagno non provocherà mai un sentimento così intenso, non potrà dare la stessa soddisfazione di aver sconfitto la morte, l’unica angoscia reale contro la quale combattiamo ogni giorno. È anche per questo che il 90% dei trader perde denaro; ma questo è pur sempre un blog sul trading e non sulla psicanalisi, quindi passiamo oltre.
Il trading è una dipendenza come le altre
Il trading può essere una dipendenza come giocare d’azzardo, ecc. Ho conosciuto un trader (non sono io) che si puniva per le sue perdite e che cercava inconsapevolmente di perdere denaro perché desiderava crollare psicologicamente (come spesso succede agli alcolizzati, ai drogati, ecc.). C’è sempre una ragione, sia essa consapevole o meno, che spinge un alcolizzato a bere, un drogato ad assumere la sua dose, un trader a non accettare le perdite nonostante il suo piano di trading. Da un punto di vista sociale, tradare è più accettabile che drogarsi; tuttavia, la causa della dipendenza è la stessa. Qui troverete la spiegazione.
Sono disponibili centinaia di libri interessanti ed accessibili al grande pubblico sulla dipendenza dal gioco, sul fatto che, anche quando guadagna, un giocatore d’azzardo continuerà a sfidare la sorte pur sapendo che perderà tutto. Sostituite la parola “giocatore d’azzardo” con trader e avrete un libro sul trading. Entrambi cercano le stesse emozioni, giocano per le stesse ragioni. Il loro comportamento rientra nel medesimo ambito psicologico.
In breve, diventare un trader significa anche conoscersi in profondità e cercare di incanalare questa conoscenza nella giusta direzione. Diffidate dai “metodi” di trading, poiché non considerano mai la psicologia del trader. Occorrerebbe scrivere un libro per ogni persona. Proprio per questo non mi stancherò mai di ripetere: “non esiste un metodo di trading universale, bensì un metodo adatto ad un singolo trader ed alla sua psicologia”. In poche parole, scrivetelo voi il vostro libro sul trading.
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2 Commenti pour Psicologia e trading : Come tenere sotto controllo le emozioni per tradare?
Ciò che dici è sacrosanto . È importante essere consspevoli dei propri limiti e delle proprie reazioni . Su un back-test quasi annuale sul petrolio time frame h1 40pips a reverse continuo la media di guadagno mensile è piu o meno circa del 20% ma all'interno dei mesi vi sono periodi di perdita di alcuni giorni che possono arrivare anche a 350 pips . La domanda è : quando ti trovi dentro a quei periodi come reagisci? Mandi tutto all'aria con gesti dissennati di tentativi di recupero o ti attorno razionalmente a quanto evidenziava il tuo back test e quindi alla strategia che ti sei proposto di seguire? Penso che umanamente parlando è più facile che saltino tutti i tuoi schemi logici e fai cose che mandano tutto a ..... È questo il vero problema del trading o meglio il vero problema dell'emotività umana
grazie per il tuo commento molto interessante